La creazione di un’opera plastica valida ha le sue origini nell’impulso che spinge ad agire e finisce con l’atto fisico della sua esecuzione. Investe quindi l’individuo intero, dalla capacità intuitiva del suo subcosciente, alla conoscenza intellettuale ed alla preparazione fisica stessa dei suoi gesti
> “Gli scritti di Gastone Novelli”, “Grammatica”, n. 5, 1976
Pittura, credo, non è fabbricazione dell’oggetto quadro o disegno (che sono solo una frase, più o meno complessa, ma non isolabile, di un universo), ma pittura è un universo-linguaggio e, sotto questo aspetto, l’operare in pittura è indagare, catalogare, raccogliere frammenti e segni, e dare a tutto questo materiale una struttura logica (e arbitraria) che ci metta in condizione di condurre conversazioni (registrazioni) simultanee, che poi nessuna macchina (o metodo estraneo al linguaggio in questione) sia in grado di classificare e risolvere in modo definitivo.
Il disgelo (particolare) (1960)
Per la semplice ragione che ogni ricerca visiva, ogni operazione sul linguaggio è, come ogni ricerca scientifica, un riesame critico delle nozioni acquisite, un remise en question dei sistemi precedenti, essa fa del ricercatore una specie di “ribelle”.
> Zeno Birolli (a cura di): “Novelli” (Feltrinelli - 1976)
L’Oriente risplende di rosso (1968)